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Per la Cassa nessun problema sulla solidità dei conti misurata a 50 anni

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Venerdí 13 Gennaio 2012


MILANO
Conti in ordine, effetti della riforma di fatto già anticipati, solidità attuariale a prova dei 50 anni (e oltre). La fotografia della Cassa nazionale del notariato risponde in pieno all'immagine attraverso cui la professione è percepita dall'opinione pubblica, floridità e buona amministrazione per nulla preoccupate dal nuovo ordine che il ministro Elsa Fornero vuole disegnare per gli enti privatizzati.
«Noi abbiamo precorso l'intervento del Governo sulle casse, avendo tra l'altro già alzato l'aliquota contributiva dal 30 al 33 per cento – dice Paolo Pedrazzoli, presidente dell'ente – manovra che ha ulteriormente stabilizzato l'equilibrio, anche prospettico, tra entrate e uscite per prestazioni».
Il "fortino" dei notai ha caratteristiche molto particolari, pure all'interno del già selezionato universo della previdenza privatizzata.
Non solo per il numero prefissato e sostanzialmente fisso di professionisti attivi (oggi le sedi notarili sono 5.779, i notai in esercizio sono 4.697) ma pure per un sistema peculiare: «La nostra previdenza rappresenta un unicum nel panorama complessivo – spiega Pedrazzoli – perché fondato sulla solidarietà pura: tutti i colleghi a riposo percepiscono il medesimo importo di pensione, a prescindere dal reddito complessivo prodotto durante l'attività». Ragioni di opportunità, anzi, di equità avevano consigliato questa scelta.
I notai svolgono una funzione pubblica di fatto delegata dallo Stato, sulla base di una ripartizione territoriale rigida che limita fortemente la libertà di scelta e movimento dei professionisti: «Se non tenessimo conto di questi parametri, i colleghi che operano in aree meno agiate si troverebbero in una situazione differenziata anche al momento della quiescenza», chiosa il presidente della Cassa. Così, i 1.081 notai in pensione diretta (le altre 1.341 sono erogate ai familiari superstiti) nel 2011 hanno percepito un trattamento da 96.624 euro/anno.
Un indice, quello delle pensioni erogate, che dà la misura di una professione ancora molto protetta e protettiva per i suoi iscritti, ma che comunque non esce indenne dalla pesante crisi delle famiglie e delle imprese italiane. Il repertorio netto (che "registra" gli atti ma non la consulenza) negli ultimi cinque anni è calato di un terzo, assestandosi a 426 milioni di euro rispetto ai 690 milioni del 2006. «Se è vero che la gestione della Cassa non ci dà motivo di preoccupazione – aggiunge Pedrazzoli – la perdita del 33% del reddito è un segnale purtroppo molto negativo, soprattutto per quello che significa nella sua proiezione economica e sociale del Paese».
Quanto alla liberalizzazione annunciata dal governo in questo contesto, il presidente della Cassa mostra scetticismo: «Il concetto di concorrenza nella funzione pubblica, perché di questo stiamo parlando, mi suona come una stonatura: lo Stato già decide numero e tariffe delle funzioni delegate».
Capitolo patrimonio. Per i notai l'indicazione del ministro Elsa Fornero di non conteggiarlo nelle stime attuariali ai fini della sostenibilità è «corretta: la sostenibilità va misurata sull'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni – dice Paolo Pedrazzoli – sommate semmai alla rendita generata dal patrimonio, e non invece alla consumazione del patrimonio. Sostenere il contrario sarebbe come giustificare l'operato dell'imprenditore che, per pagare gli stipendi dei dipendenti, alienasse gli immobili dove svolge l'attività. È sbagliato, il patrimonio non può essere intaccato per le uscite correnti».
Un patrimonio quanto mai solido, comunque, quello della Cassa dei notai: 1 miliardo e 422 milioni di euro al 31 dicembre 2011, diviso in metà quasi perfette tra destinazione mobiliare e immobiliare. Una garanzia quanto mai «reale» anche in una congiuntura generale a rischio di lunga recessione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'aliquota contributiva
Il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato la variazione dell'aliquota contributiva adottata dalla Cassa nazionale del Notariato, che passa quindi dal 30 al 33 per cento. L'adozione della nuova aliquota favorisce l'equilibro economico-finanziario della Cassa nel medio-lungo periodo. L'aliquota è aumentata di 8 punti percentuali dal 2006 a oggi: questo è il terzo incremento in sette anni.

Venerdí 13 Gennaio 2012
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